Autostima una parola che ritroviamo ovunque e in tutti i settori con frasi e ricette per migliorarla da parte di molti, ricette che francamente solo solo specchietti per le allodole.
Spesso si parla dei vantaggi che porta un aumento o il miglioramento dell’autostima, in realtà molte persone lo vedono come una specie di lavoro superfluo, indicato più che altro per chi ambisce all’eccellenza.
In realtà l’abuso di questo termine di cui molti si riempiono la bocca, è più deleterio che mai, perché va a sminuire l’importanza che l’autostima ha per ciascuno di noi, portando le persone a prendere sotto gamba il problema ovvero a crearsi una scappatoia per non affrontarlo.
Partiamo dai dati.
Gli studi ci dicono che oltre il 75% della popolazione italiana ha un problema di autostima!
Tra questi abbiamo tre tipologie di persone ,
- quelle che non si rendono conto del problema,
- quelle che si rendono conto del problema ma fanno finta di non averlo, o peggio si lamentano del problema senza volerlo realmente risolvere,
- e quelli che invece non vogliono proprio risolverlo.
Di questo 75% solo il 5% mette in atto azioni per migliorare il rapporto con se stessi e far crescere la propria autostima.
Quante volte si sentono dei commenti tipo: “Io non ho nessun problema, non mi serve migliorare la mia autostima”, oppure quelli che leggono un libro o fanno un corso di poche ore e pensano di aver risolto il problema, o ancora quelli che vanno per mesi, anni dallo psicologo e poi sono al punto di prima?!
Ma quali sono le conseguenze dell’autostima danneggiata o non sufficientemente sviluppata?
Partiamo dal un presupposto, il grado di autostima dipende da diversi fattori:
- dal sistema di credenze,
- dalle convinzioni (funzionali o disfunzionali),
- dalle esperienze di vita (potenzianti o traumatiche),
- dalle abitudini acquisite,
- dalle aspettative (nei confronti degli altri e nei propri),
- dall’eredità emotiva familiare,
per citarne alcuni.
Vediamo alcuni dei possibili danni che a volte rappresentano anche indizi attraverso i quali noi stessi possiamo riconoscere presenza di una bassa autostima verso noi stessi:
- Difficoltà di relazionarsi con gli altri, a vari livelli: da quello di quotidianità, nelle situazioni sconosciute fino a livello intimo;
- Senso di inadeguatezza, a vari livelli: sia nelle situazioni quotidiane che nelle nuove situazioni;
- Timidezza, quando percepita e vissuta come bloccante;
- Scusarsi troppo e provare il senso di colpa con facilità e frequentemente;
- Eccessiva autocritica;
- Eccessiva critica nei confronti degli altri e tendenza a giudicare;
- Difficoltà di dire di no o anche eccessiva oppositività;
- Mancanza di coraggio per affrontare sia le problematiche quotidiane che per fare le scelte di cambiamenti importanti nella vita;
- Difficoltà a prendere decisioni;
- Aspetto estetico personale o trascurato o curato ossessivamente;
- Fragilità alle osservazioni critiche altrui;
- Ammalarsi spesso a livello organico;
- Soffrire di eccessi emotivi di una o più emozioni prevalenti o ricorrenti: rabbia, tristezza, paura, ecc.;
- Stare con un partner non corrispondente al proprio desiderio/interesse o rinunciare ad approcciarsi e provare a conquistare il partner a cui si è sinceramente interessati;
- Fare un lavoro non corrispondente alle proprie aspirazioni o anche di utilità funzionale agli obiettivi personali del momento;
- Difficoltà di esprimere i propri bisogni e le proprie opinioni;
- Atteggiamento pessimista;
- Rifiuto di accettare le sfide e le opportunità della vita;
- Tendenza eccessiva di compiacere gli altri e di chiedere la loro approvazione;
- Scarsa capacità di fronteggiare efficacemente sia distress (lo stress negativo) che eustress (gli avvenimenti improvvisi estremamente positivi e piacevoli);
- L’incapacità di provare la soddisfazione autentica, nei confronti di se stessi, degli altri, degli eventi o della vita in generale;
- Sensazione che la vita sfugga di mano, e di non riuscire a viverla come si vorrebbe;
- L’incapacità di realizzare almeno una parte dei propri sogni, anche in forma indiretta o metaforica;
- L’incapacità di portare a termine gli obiettivi o anche di individuare gli obiettivi che abbiano un’importanza rilevante e di fissarli come tali;
- La mancanza di ambizioni, risultante nella mancanza di crescita personale;
- Apatia e svogliatezza;
- Sentirsi eccessivamente condizionati dal passato o dal futuro e agire o rinunciare ad agire sotto tale influenza;
- Credere di dover essere sempre di buon umore o sorridente, negandosi l’espressione di altre emozioni (ma anche di provarle), specialmente quando si tratta di rapporti affettivi intimi;
- Tendenza di svalutare gli altri e disconoscere il loro valore e i loro meriti;
- Avere un atteggiamento cinico, presentandolo come obiettivo;
- Affermare le proprie manchevolezze o errori di azione come caratteristiche personali intrinseche, sostenendo di essere lucidamente obiettivi;
- Credere di essere sfortunati;
- Essere violenti verso gli altri, verbalmente o fisicamente;
- Tradire i propri valori con comportamenti o scelte;
- Protrarre le relazioni disfunzionali, distruttive, prive di appagamento o di gioia;
- Non riuscire per un lungo periodo e il lavoro investito a superare un lutto o uno schock a seguito di una situazione traumatica;
- Criticare aspramente il proprio aspetto fisico, senza fare nulla per cambiarlo qualora fosse migliorabile o lavorare sull’accettazione di se stessi qualora non lo fosse;
- Credere di non meritare qualcosa che si desidera: qui davvero possiamo spaziare dappertutto, dagli affetti, trattamento, aspetto economico, partner, ai complimenti o un regalo;
- Lasciare spesso le cose incompiute o procrastinare eccessivamente;
- Avere la sensazione di non riuscire a dare un senso alla propria vita.
Questi sono soltanto alcuni dei danni provocati da una bassa autostima, dichiarata od occulta. Ne avresti da aggiungere qualcuno? Ti riconosci in qualche atteggiamento e cominci ad individuare i margini di miglioramento?
Stai cominciando a vedere in una luce diversa un corso di autostima? Dimmelo nei commenti!
Luigi Gallo